A Fontanigorda tra ricordi e poesia

A Fontanigorda tra ricordi e poesia
22 Luglio 2020 Lucia

Nelle calde giornate estive è sempre piacevole addentrarsi nell’entroterra. La Val Trebbia è meta di tanti Genovesi ed anche io , in queste domeniche di luglio, sto andando alla scoperta dei vari paesi lungo la valle.

 Ca’ Berti a Fontanigorda

Sono stata a Fontanigorda dove mi ha incuriosito una vetrina sulla via principale; inizialmente non capivo se si trattava di un negozio di antiquariato, di una libreria o di un ristorante, sono entrata e ho scoperto Ca’ Berti.

Sono stata accolta dalla simpatica e cordiale signora Stefania, che mi ha raccontato la storia di questo luogo magico:  nei locali che un tempo furono un negozio e poi un’osteria, Stefania ha ricreato un’ambiente vintage, sede oggi di un’associazione che organizza eventi, particolarmente legati alla enogastronomia.

Il bello di questo posto è che l’atmosfera vintage è davvero genuina, non ricostruita artificialmente. Negli scaffali si trovano i piatti, le tazze, le zuppiere o i bicchieri di vetro molato che ricordano le case dei nostri nonni, le scatole di latta dove si conservavano i biscotti ed il pane, gli utensili che si usavano in casa una volta, prima dell’arrivo dei robot da cucina.

Nelle diverse sale dove si può pranzare ci sono i tavoli e le sedie che ci ricordano gli arredi delle case della nostra infanzia; un luogo dove la nostalgia, un sentimento dolce di tenerezza, prende il sopravvento.

Ricordo di Giorgio Caproni

Uscita da Ca’ Berti, ho gironzolato un po’ per il paese e sono finita in piazza Brignole, dove una targa ricorda  il ballo campestre del 1936 che ispirò, due anni dopo, la raccolta di Giorgio Caproni intitolata Ballo a Fontanigorda.

 

Mentre per la pastura

si sparge l’amaro aroma

d’una sera silvana,

al suono dei clarinetti

chiari, fra luci di colori

e risa, s’infatua gaia

la danza d’una montana

allegria.

 

Bruciano alla bramosia

segreta, le carnagioni

giovani. A farne inquieta

l’aria, una folata

basta fino al confine

ultimo della prateria.

 

Mi piace qui ricordare questi versi intitolati proprio Ballo a Fontanigorda, dall’omonima raccolta; ma presto scriverò un post sulle tracce di Caproni tra Genova e la val Trebbia.

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