Che cosa hanno a che fare i Nativi americani dell’Arizona con Genova? Niente sembrerebbe la risposta giusta. Ma le strane coincidenze della vita, gli imperscrutabili casi che uniscono le vicende personali di individui lontani nello spazio e nel tempo creano a volte imprevedibili legami.
Gli Hopi sono una popolazione indigena americana che vive oggi in una riserva all’interno della grande Nazione Navajo in Arizona. A differenza di altre popolazioni di Nativi, che pur vivendo in riserve, in qualche modo si sono integrati col sistema di vita statunitense, gli Hopi mantengono un attaccamento alle loro tradizioni e sentono vivissimo il senso di appartenenza alla loro comunità.
Qualche anno fa ho visitato la riserva degli Hopi; non ho potuto scattare fotografie perché gli Hopi sono molto gelosi della riservatezza; cercano di non diventare un’attrazione turistica, ma di continuare le loro vite rispettando il modo di vivere e le consuetudini che affondano le radici nel passato.
Nelle vetrine del Museo delle Culture allestito nel castello D’Albertis vi è una bella collezione di katsina dolls (o Kachina dolls): sono figure intagliate nel legno che rappresentano esseri soprannaturali. Le katsina dolls garantiscono armonia e spesso vengono regalate dai padri alle figlie nei momenti importanti della vita dalla nascita al matrimonio; sono oggetti d’artigianato che generazione dopo generazione gli Hopi continuano a scolpire.
Esiste un legame tra Genova e gli Hopi, testimoniato da una sezione del Museo delle Culture.
Due Genovesi, le cui esperienze di vita furono assolutamente diverse, incontrarono gli Hopi dell’Arizona. Il primo fu il Capitano D’Albertis: il navigatore ed esploratore genovese nel 1896 compì il suo secondo viaggio intorno al mondo che lo portò nella terra degli Hopi; questa sua esperienza è documentata da una serie di fotografie conservate al Castello D’Albertis.
Più curiosa è la vicenda che lega il Prof. Amedeo Dalla Volta ai Nativi americani dell’Arizona.
Amedeo Dalla Volta ricoprì la cattedra di Psicologia presso l’Ospedale Giannina Gaslini di Genova. Nel 1953, in collaborazione con l’Università di Tucson, Arizona, entrò in contatto con gli Hopi e sottopose i bambini della comunità di Nativi agli stessi test che aveva già sperimentato, una ventina d’anni prima, su piccoli pazienti genovesi. I suoi studi volevano verificare come il concetto di spazio infinito fosse rappresentato dai bambini.
I disegni dei bambini genovesi e quelli degli Hopi, esposti al castello D’Albertis, propongono delle analogie sorprendenti.
Nel 2002, studiosi del Museo delle Culture hanno incontrato esponenti della comunità Hopi; si è creato così un forte legame tra Genova ed il suo museo e la comunità di Nativi americani: nell’incontro alcuni Nativi hanno ricordato di essere stati quei bambini contattati dal Prof. Dalla Volta e hanno riconosciuto i disegni che avevano fatto nel lontano 1953.