Le fotografie di Fulvio Roiter esposte ora a Palazzo Ducale creano un percorso emozionale molto coinvolgente: dall’astrazione al racconto, le immagini di Roiter, tecnicamente perfette, sono pura poesia.
Vado spesso alle mostre di fotografia, certi autori mi emozionano più di altri; Roiter è uno di questi.
In mostra ci sono immagini quasi astratte, dove la natura è indagata con un occhio attento al dettaglio, con un sguardo puntuale che fa quasi perdere il senso della realtà. E allora le file di alberi diventano dei segni grafici estrapolati dalla natura, delle linee astratte di un’eleganza formale eccezionale.
E anche gli sciatori sparsi su una pista delle montagne del Libano non sono più esseri umani, ma segni di un’immagine astratta.
Guardando queste immagini percepisco una potenza poetica che non è fatta di parole, ma che è realizzata attraverso il sapiente uso delle luci e delle ombre.
Ma Fulvio Roiter non è solo questo: è anche abile narratore. Le foto scattate durante i suoi numerosi viaggi ci fanno incontrare uomini e donne, ci raccontano le loro storie.
E poi ovviamente c’è la sua Venezia. Milioni di immagini di Venezia si accumulano nella memoria di ciascuno di noi (Venezia è forse uno sei soggetti più fotografati al mondo), ma le sue immagini sono speciali: con il suo obiettivo Roiter ha visto quello che molti hanno guardato senza vedere.
La maggior parte degli scatti in mostra sono in bianco e nero, ma alcune immagini ci presentano un Roiter anche maestro del colore.
Nel percorso espositivo c’è un video con un’intervista a Roiter che, con un atteggiamento cordiale e simpatico, racconta la sua vita di fotografo; da vedere.
La mostra Fulvio Roiter. Fotografie 1948-2007 è a palazzo Ducale a Genova fino al prossimo 24 febbraio.