Garibaldi fu ferito
fu ferito ad una gamba
Garibaldi che comanda
Che comanda il battaglion…
Il fatto storico avvenne il 29 agosto 1862, quando, sulle montagne dell’Aspromonte, Garibaldi fu ferito: le ferite invero non furono ad una gamba, ma a tutte e due: anca sinistra e malleolo destro.
Soprattutto la ferita al malleolo destro non si presentava bene; dopo che alcuni medici, presenti tra le fila dei garibaldini, prestarono le prime cure sul campo, Garibaldi venne imbarcato e trasferito al carcere del Varignano, nel golfo di La Spezia, dove venne sottoposto alle cure di eminenti medici provenienti da mezza Europa: non solo illustri ortopedici italiani tra i quali Francesco Rizzoli di Bologna, ma anche luminari inglesi e russi. Ciononostante la ferita non guariva: senza l’ausilio dei raggi X tutti questi medici non potevano immaginarsi che nel malleolo interno dell’eroe fosse conficcata una pallottola.
Tra gli altri, anche il genovese Agostino Bertani, medico che aveva già seguito Garibaldi nell’impresa dei Mille, purtroppo ventilava come unica soluzione l’amputazione della gamba dell’eroe.
Alla fine, dopo mille consulti e mille proposte di diverse soluzioni, venne seguita l’intuizione del chirurgo napoletano Ferdinando Palasciano che portò all’asportazione del proiettile.
La gamba è salva! Ma purtroppo Garibaldi rimase claudicante per tutta la vita e, avvicinandosi gli anni della vecchiaia, ebbe bisogno di bastone, stampella e sedia comoda.
Proprio qui a Genova, in vico Pellicceria, lavorava Giuseppe Allegretti che realizzava presidi ortopedici; aveva iniziato a lavorare nel 1853 (a 13 anni!) e nel 1897 spostò la sua attività nella sede attuale di salita Santa Caterina. Nel negozio ancor oggi si possono vedere gli antichi arredi, in parte modernizzati per le nuove esigenze.
Garibaldi è annoverato tra i clienti di Giuseppe Allegretti. Nel negozio in salita Santa Caterina è conservata una lettera autografa dell’eroe, che accompagna un pagamento di 60 lire. Che cosa comprò Garibaldi non si sa con precisione, ma l’ammontare della cifra fa pensare a qualcosa di più impegnativo che non una stampella…forse una sedia comoda.
Osservando la lettera e la busta col timbro postale viene anche maliziosamente da pensare che Garibaldi fosse un pochino “lento” nei pagamenti: la lettera è datata 31 dicembre 1880, ma la spedizione avvenne solo il 20 gennaio 1881, con una ventina di giorni di ritardo!