I Fieschi contro Andrea Doria
La congiura dei Fieschi, uno degli episodi più raccontati della storia genovese: eh sì , perché non se ne sono occupati solo storiografi e studiosi, ma anche romanzieri, scrittori di operette ed è stato persino girato un film.
Siamo nel gennaio del 1547 quando un manipolo di esponenti della famiglia Fieschi si arma e tende un agguato per uccidere Andrea Doria. Un bagno di sangue che vedrà caduti in entrambe le grandi famiglie genovesi e che continuerà a mietere vittime negli anni a seguire. E’ facile trovare racconti della congiura, che spesso pongono l’attenzione sulla figura di Andrea Doria, su come riuscì a scampare all’attentato e di come rimase poi per tutto il resto della sua vita affranto per la perdita del nipote adorato, Giannettino Doria. Ma che ne fu dei congiurati?
Molti di questi, scappati da Genova, si rifugiarono nei loro possedimenti lontano dalla città, ma presto o tardi alla fine tutti caddero sotto le spade.
Il castello di Montoggio
Sono stata a Montoggio, poco lontano dal centro del paese, sulle tracce del conte Gerolamo Fieschi, fratello di Gian Luigi, vero e proprio artefice della congiura.
All’indomani della congiura Gerolamo si rifugia nei possedimenti di famiglia ed inizia una battaglia a difesa del castello di Montoggio.
Il governo della Repubblica manda l’esercito capitanato da Agostino Spinola, coadiuvato dagli alleati Spagnoli. L’assedio dura mesi, una lunga battaglia per distruggere il castello che , forse proprio in previsione di futuri attacchi, era stato fortificato con possenti bastioni. Alla fine, nonostante la strenua difesa, i congiurati si arrendono. Il castello verrà distrutto per decreto del Senato della Repubblica di Genova; pare ci vollero quasi due anni e ben dodicimila cannonate!
Oggi rimangono pochi resti per ricordare questi episodi.
Poco fuori dall’abitato di Montoggio sorge la cappella di san Rocco, dove, secondo la tradizione, Gerolamo Fieschi trovò la morte per decapitazione.
Dalla cappella parte un sentiero nel bosco che arriva alla sommità della collina su cui sorgeva il castello.
Dalle descrizioni antiche e dai resti archeologici risulta che oltre ad essere una vera e propria fortificazione militare era anche una residenza elegante con decori ed arredi raffinati.
Oggi è possibile arrampicarsi su quanto resta e si percepisce quanto doveva essere imponente la costruzione, che oltre tutto, per la sua posizione strategica, permetteva un controllo della valle sottostante.
Dai bastioni si gode un bel panorama sulla valle Scrivia e sul paese di Montoggio.