Voglio raccontarvi una storia che ha come protagonista l’antico popolo dei Liguri, si svolge tra la Liguria e l’attuale provincia di Benevento e coinvolge anche il trisnonno di mio marito.
Ma andiamo con ordine…
Le guerre tra Liguri e Romani
Il popolo dei Liguri è descritto dalle fonti antiche come forte e bellicoso, insomma un problema per gli antichi Romani. Per conquistare i territori abitati dalle varie tribù liguri i Romani dovettero lottare più di 60 anni: non riuscirono a combattere seguendo le loro affidabili ed invincibili strategie militari che li avevano portati a conquistare i territori più lontani dell’Impero, ma furono coinvolti in una lunga vera e propria guerriglia, fatta di agguati e ed imboscate tra i monti dell’Appenino.
Alla fine, però, i Liguri stremati si arresero. A questo punto il timore dei Romani vincitori era che i Liguri, col tempo, si sarebbero potuti riorganizzare in una nuova rivolta contro Roma. Ed ecco che allora, nel 180 a.C, il console romano Marco Bebio Tamfilo, per evitare ciò, decise di deportare la tribù dei Liguri Apuani, che si era appena arresa, in un territorio lontano: nel Sannio, zona compresa tra le attuali regioni Abruzzo, Molise e Campania. Questa tribù ligure deportata fu chiamata Liguri Bebiani dal nome del console romano.
Tito Livio racconta che furono deportati 40.000 liguri.
In anni recenti, a Circello, in provincia di Benevento, sono stati condotti scavi archeologici che hanno portato alla luce l’insediamento di epoca romana dei Liguri Bebiani.
Il cavaliere Giosuè De Agostini
A questo punto vi devo raccontare come si inserisce in questa storia il trisnonno di mio marito: il cavaliere Giosuè De Agostini.
Costui possedeva dei terreni in località Macchia di Circello (BN). Nel 1831 la sua attenzione fu attirata da un ritrovamento fortuito, realizzato da alcuni contadini che lavoravano per lui, di una lastra metallica in uno dei suoi campi. Il cavaliere, appassionato di archeologia, si rese conto che la lastra di metallo sottoposta alla sua attenzione poteva essere qualcosa di rilevante storicamente. In effetti si trattava della Tabula Ligurum Baebianorum: sul bronzo, la lunga iscrizione latina riporta il testo dell’ Institutio alimentaria voluta dall’imperatore Traiano. In pratica Traiano stabiliva delle regole di prestiti fatti ai proprietari terrieri della zona per aiutare con gli interessi le famiglie più povere ed evitare così un calo demografico.
Dopo il ritrovamento la tavola bronzea fu portata nella residenza di famiglia, il palazzo di Campolattaro, vicino a Benevento.
Oggi è esposta al Museo Nazionale Romano nella sede delle terme di Diocleziano.