Se pensiamo alle coltivazioni liguri, ci vengono in mente gli uliveti, le vigne, i carciofi della piana di Albenga, i limoneti di Monterosso, ma difficilmente immaginiamo delle risaie; sorprendentemente Genova è stata capitale dell’industria del riso. Vi voglio parlare del Riso Gallo, le cui scatole si trovano in tutti i supermercati e negozi alimentari. La storia del Riso Gallo comincia Genova nel 1856 quando i Preve ed i Frugone iniziano l’attività di una delle più antiche industrie risiere italiane. La sede è a Sampierdarena, lungo le sponde del Polcevera, nella zona oggi più nota come Fiumara; per rispondere alle richieste del mercato sudamericano, viene aperto anche uno stabilimento in Argentina, dove entrambe le famiglie avevano i loro affari: è la “Arrocera y Almidonera Argentina”.
Da Genova l’industria risiera viene poi spostata nel 1926 in Lomellina; la grande svolta di marketing avverrà negli anni ’40 con la scelta del nome del marchio.
Mi sono chiesta quali siano state le ragioni della scelta di questo nome; non è il cognome dei titolari dell’azienda né di qualche personaggio a loro legato. Sia i Preve sia i Frugone avevano attività in Argentina, dove l’analfabetismo era assai diffuso; per distinguere le qualità di riso sui sacchi c’erano le immagini di animali: la giraffa, la tigre, l’elefante, l’aquila e, appunto, il gallo che identificava la qualità migliore. Ecco che così nasce il Riso Gallo, ovviamente sinonimo di alta qualità.
Uno degli interpreti di questa avventura imprenditoriale legata al riso ed ai cereali è Luigi Frugone, che già nel 1906 aveva aperto un magazzino di cereali in piazza Scuole Pie. La sua intraprendenza gli porterà molto successo con un solo breve momento di crisi negli anni ‘20.
Luigi Frugone è il collezionista che insieme al fratello Lazzaro Gio Batta completa una raccolta di dipinti, sculture e disegni di fine Ottocento e primo Novecento oggi conservata nella villa Grimaldi Fassio a Genova Nervi. Entrambi i fratelli sono noti per la loro generosità, per le tante donazioni al Comune di Genova, tra cui quelle che hanno portato alla costruzione di padiglioni dell’Ospedale San Martino.
2 Commenti
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D’ora in poi, i risotti fatti con il riso Gallo mi piaceranno sicuramente più di tutti gli altri!
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Veramente interessante! Pensa che a proposito di Argentina, i “nostri” si ostinano a dire che la Arroz Gallo (pronuncia loro ovviamente gascio) è di Buenos Aires!!!