Il “giallo” di Pellegro Piola

Il “giallo” di Pellegro Piola
10 Settembre 2017 Lucia

Oggi vi racconto di un giallo insoluto, un fatto di cronaca avvenuto una sera del 1640 a Genova; questa è la storia di Pellegro Piola.

L’antefatto

Gli orafi ed argentieri, riuniti nella corporazione dei fraveghi, vogliono realizzare un’edicola votiva nel cuore del sestiere della Maddalena, in quella via Orefici che è il centro vitale delle loro attività. La cosa si fa interessante e i pittori attivi in città sono agguerritissimi per accaparrarsi la commissione: il compenso sarà adeguatamente alto e il pittore scelto dai fraveghi aumenterà la propria fama ed il proprio prestigio. Ma chi sarà? Circolano vari nomi: nella Genova di metà Seicento lavorano eccellenti pittori locali e grandi artisti “foresti” in una incessante competizione senza esclusione di colpi.

 

I fraveghi esaminano vari bozzetti; la scelta è difficile: ci sono le proposte di pittori a cui sarà “politicamente” difficile negare la commissione, ci sono bozzetti troppo all’avanguardia non graditi agli orefici più anziani e conservatori e bozzetti più tradizionali che piacciono poco alle giovani generazioni.

La scelta dei fraveghi

Ma alla fine la scelta è fatta: l’immagine di Sant’Eligio (patrono degli orefici) accanto alla Vergine col Bambino dipinta da Pellegro Piola è quella giusta. Pellegro Piola? Chi sarà mai questo poco conosciuto pittore che ha scalzato colleghi ben più noti e accreditati in città? È il fratello del più famoso Domenico, ha solo 23 anni, e finora non ha dato prova di doti così eccezionali, tali da farlo superare nomi più prestigiosi.

La gelosia, mista ad un sentimento di invidia, cresce nell’animo di molti; ma Pellegro è al settimo cielo. Dipinge ad olio su ardesia il suo Sant’ Eligio che viene posizionato nella cornice dell’ edicola in via Orefici, dove tutti possono vederla. Oltre al lauto compenso, la sua fama crescerà e la sua carriera avrà un futuro radioso. È proprio il caso di festeggiare!

Il delitto

Pellegro si dirige in piazza Sarzano con i suoi amici, pronto a fare baldoria. Ma qui la storia si fa un po’ nebulosa… una parola tira l’ altra, dalle parole si passa alle mani, scoppia una rissa, spunta un coltello e Pellegro cade in un lago di sangue. Cosa è successo? Ci sono tanti testimoni, ma nessuno riesce a ricostruire i fatti. Arriva Domenico; si porta a casa il fratello ferito che poco dopo morirà.

Ci sarà un processo, ma l’assassino di Pellegro rimarrà impunito. Di bocca in bocca corre il nome di Bianco, pittore geloso, ma le prove non ci sono ed il delitto rimane irrisolto.

Questo delitto della Genova del Seicento ha appassionato diverse generazioni successive: ancora nell’800 c’è chi ha scritto operette in dialetto su questa storia. Le storie di sangue, di omicidi, i cosiddetti “gialli” appassionano sempre. La storia di Pellegro oggi riempirebbe i talkshow della prima serata televisiva.

Per i più curiosi, oggi in via Orefici, incastonata nel moderno palazzo al civico 18, c’è la copia del dipinto; l’originale si trova al Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti in largo Pertini, 1 (da piazza De Ferrari).

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