A Monterosso si va per iniziare un percorso di trekking su sentieri a picco sul mare; a Monterosso si va per scovare un ristorantino dove gustare le acciughe ed i muscoli; a Monterosso si va d’estate per crogiolarsi al sole sull’unica grande spiaggia delle 5 Terre.
Ma a Monterosso bisognerebbe andare fuori stagione, quando non ci sono folle di turisti chiassosi; bisognerebbe portarsi “Ossi di seppia” per rileggere i versi di Montale proprio lì dove il poeta trovò l’ispirazione.
A Monterosso Montale trascorse le sue vacanze durante l’infanzia e l’adolescenza. I ricordi del poeta popolano le sue liriche: la villa dei genitori e quella vicina del cugino; il pioppo e la ruota del pozzo; la casa dei doganieri e la punta del Mesco; il cimitero e le strade del paese vecchio.
La fragilità, la debolezza della natura umana ed il malessere esistenziale trovano voce nei versi di Montale che con uno stile ermetico crea immagini di rara potenza.
Recentemente è nato il Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre; è un riconoscimento ad uno dei più grandi poeti del ‘900 e un progetto di riconsiderazione della valenza culturale letteraria dei luoghi a lui cari. L’invito è di ripercorrere i passi di Montale per condividerne la poetica.
“…Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;…”
“..qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni…”