Il cielo terso, il clima mite, le primule sul sentiero: un vero anticipo di primavera per la mia camminata da Santa Giulia al Monte Capenardo.
Qualche informazione su Santa Giulia
Prima di raccontarvi il percorso vi dico qualcosa su Santa Giulia (sarà la mia vocazione di guida turistica!).
Poche sono le notizie tramandate su santa Giulia, vissuta nel V secolo; si sa comunque che era un nobile donna cartaginese che per varie vicissitudini era finita schiava sulla nave di un siriano che navigando per il Mediterraneo finì naufrago in Corsica. Qui tutto l’equipaggio acconsentì a fare sacrifici agli dei pagani di fronte al governatore dell’isola, tutti tranne Giulia che non volle rinnegare la sua fede in Cristo e, per questo, fu torturata ed infine crocifissa. Oggi è venerata come patrona della Corsica.
Alle spalle di Lavagna su un ampio piazzale che si affaccia sul golfo Tigullio sorge la chiesa di santa Giulia di Centaura. Ho trovato la chiesa chiusa, ma sulla facciata campeggia l’affresco col martirio della santa sulla croce .
Dal piazzale della chiesa si ha una bella visuale su tutto il golfo Tigullio: da Sestri Levante al promontorio di Portofino.
Davanti alla chiesa si trova un leccio secolare : pare abbia più di trecentocinquanta anni; ha un tronco enorme ,con una circonferenza di di m. 4,50 ed è presente nell’elenco degli alberi monumentali della regione Liguria.
Il percorso fino al Monte Capenardo.
Ho raggiunto Santa Giulia di Centaura in macchina: da Lavagna si possono facilmente seguire le indicazioni stradali già presenti alla rotatoria di fronte alla stazione ferroviaria.
Alle spalle della chiesa parte il sentiero che arriva al monte Capenardo; il segnavia da seguire è un pallino rosso.
Il percorso si snoda su brevi tratti di strada asfaltata lungo il quale si incontrano piccole frazioni abitate e su un sentiero rivestito di lastre d’ardesia. Qui il mio pensiero va alle migliaia di donne che nel passato hanno aiutato gli uomini che lavoravano nelle cave della zona. Se gli uomini si occupavano dell’estrazione delle lastre d’ardesia, erano le donne, le lavagnine, a trasportare una o due lastre in bilico sulla testa, a seconda del peso, dai monti fino al mare. Tragitti lunghi e faticosi, che venivano percorsi a piedi nudi sui sentieri lastricati, appunto, d’ardesia.
Lungo il percorso una piccola cappelletta in onore di santa Giulia conserva all’interno un rilievo marmoreo con il martirio della santa crocifissa.
Il sentiero sale dolcemente tra uliveti e campi coltivati e a tratti nel bosco. Si arriva poi alla sella del monte Rocchette e da lì, seguendo le indicazioni dei sentieri, al monte Capenardo.
Come sempre io sono entusiasta dei percorsi che mi permettono, dopo aver camminato su sentieri nei boschi, di scoprire ampie vedute sul mare.
Quindi, anche in questo caso, vi consiglio questa gita, non troppo faticosa, (con un dislivello di circa 400 metri) da fare in un bella giornata di cielo sereno!