Se, come recita un noto proverbio, la vita è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale, a Genova questo detto non è solo figurato. La città si inerpica dal porto sulle colline circostanti e tra i palazzi si snodano lunghe scalinate che portano sulle alture. Ascensori, funicolari, treni a cremagliera trasportano i passeggeri da un punto all’altro della città, ma molti luoghi sono raggiungibili percorrendo ripide scalinate. Spesso si incontrano anziani, carichi di sacchetti della spesa, che curvi e con passi lenti macinano i gradini, con una tempra ed un’abitudine alla fatica di chi compie lo stesso percorso da una vita.
A me le scalinate genovesi piacciono tantissimo: molte si trovano in centro, a pochi passi dalle vie più caotiche, ma salendo o scendendo non si sente il rumore del traffico, si entra in una dimensione diversa, come se invece di stare in centro città si fosse arrivati in un borgo tranquillo.
Alcune sono lunghe e ripide, e viste dal basso possono indurre uno certo scoramento in chi deve intraprendere la salita!
Le scale monumentali
Genova è costellata da scalinate ed alcune sono dei veri e propri monumenti.
La Scalinata del Milite Ignoto, conosciuta da tutti i Genovesi come la scalinata delle Caravelle, è una delle attrazioni turistiche della città; nelle aiuole tra le rampe i fiori disegnano le tre navi di Cristoforo Colombo e le loro ancore.
Per chi, come me, ha frequentato il vicino Liceo Doria sono uno dei luoghi del cuore nella città.
La Scalinata Camillo Poli, che scende da Corso Andrea Podestà, è sinuosa nelle sue forme ellittiche ed elegante con il corrimano in stile liberty.
Le scale interne
Non solo scalinate, ma anche rampe negli interni, dove i gradini di marmo o ardesia scandiscono gli spazi tra un piano e l’altro di antichi palazzi. Spesso , in antiche strutture , non è possibile inserire ascensori, e quindi, gradino dopo gradino, si salgono i vari piani.
Una scala speciale
La scala ellittica dell’Hotel Bristol, in via XX Settembre è davvero speciale: si inerpica sinuosa per i diversi piani dell’hotel e crea un disegno quasi ipnotico. Qui, nel 1925 ha soggiornato Alfred Hitchcock durante le riprese del film Il Labirinto delle passioni (The Pleasure Garden). Chissà se questa scala così particolare lo ha ispirato per le successive scene del più noto film La donna che visse due volte?
Per finire, mi piace ricordare i versi di Eugenio Montale:
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue”.