Esistono delle persone speciali; esistono persone che a volte, con inconsapevole genialità, sanno comunicare in modo immediato messaggi e sensazioni. Vivian Maier era una di queste persone.
Una vita come tante, quella di una tata di professione, che aveva la passione per la fotografia; Vivian Maier usciva sempre di casa con la macchina fotografica al collo, pronta a cogliere l’attimo per raccontare istanti della vita: oltre centomila scatti mai pubblicati, resi noti per un caso fortuito dopo la sua morte avvenuta nel 2009.
Sono andata a vedere la mostra a Palazzo Ducale dove sono esposte 120 fotografie in bianco e nero ed alcuni scatti a colori di Vivian Maier e ho vissuto una sensazione fortissima di affinità elettiva con questa donna mai conosciuta: attraverso le sue foto mi sembra di sentire i commenti , a volte teneri, a volte sarcastici, nei confronti dei soggetti fotografati. In queste foto c’è ironia, sarcasmo, compassione, divertimento e tristezza; un occhio attento ai momenti della vita.
E le foto sono poi bellissime: le composizioni sono perfette negli scatti in bianco e nero ed in quelli a colori.
Un’amica della madre di Vivian Maier, con cui lei convisse da bambina, era fotografa professionista; tra le sue cose, c’è una biblioteca ricca di migliaia di volumi monografici di grandi fotografi. E’ cresciuta e ha trascorso anni guardando le immagini dei grandi fotografi.
Non era una professionista, ma non era neppure una dilettante: era una persona speciale, una fotografa unica.
Le sue foto raccontano storie, trasmettono emozioni, parlano degli istanti della vita.
La mostra Vivian Maier- Una fotografa ritrovata è a Palazzo Ducale a Genova fino al prossimo 8 ottobre.
Ho visto questa mostra e mi è talmente piaciuta che sicuramente tornerò a vederla per rivivere di nuovo le storie raccontate da Vivian Maier.